Carezze di lattice

E' quasi finita, non vedevamo l'ora di poter tornare a percorrere le strade che abbiamo costruito, incontrare le persone che abbiamo conosciuto, ritornare sui nostri passi, ripercorrere la nostra storia.

Adesso abbiamo guanti e mascherine, siamo cambiati, rimettiamo in discussione l'ordine che ci governava, senza numeri primi, senza alfabeto, senza respiri. Solo io, distante da voi, senza più un noi, invertendo anche i pronomi, facendone a meno, tanto ci parliamo senza la bocca, ci tocchiamo senza toccarci, ci guardiamo senza abbandono. Con i guanti di lattice.

Impareremo a fare tutto con gli occhi: fuggire, fermarsi, correre, pensare, amare, misurare, sfiorare, gustare, parlare, sentire, sognare.

Vinceranno gli sguardi che dovranno caricarsi il peso del nostro ritornare, non possiamo abbandonarci ai baci, alle carezze, alle parole sussurrate sfiorando la pelle.

Faremo come le statue che con gli occhi ascoltano, immobili e distanti, aspettando che sia tutto il resto a passare.